Nadia da Bruxelles
Quasi 3 anni fa, dopo l’attentato di Bruxelles, città dove abito, con un banale movimento rotatorio, mi si lesiono’ il menisco interno del ginocchio destro. All’esame diagnostico di risonanza magnetica, la rottura meniscale risultava ‘ad ansa di secchio’, particolarmente importante poiché ad essere compromessa era la piccola parte meniscale che risente di vascolarizzazione.
L’intervento chirurgico doveva essere effettuato al più presto, poiché anche piccole sollecitazioni, avrebbero strappato il piccolo pezzetto di menisco ancora collegato centralmente. Ora, voi direte “ma di menisco oramai ci si opera tutti i giorni: sono interventi in day-hospital quasi di routine.. Chi non conosce qualcuno che non si sia fatto operare con successo ad un menisco?”, pero’ forse non sapete che, le operazioni al menisco che in genere vengono effettuate si limitano a rimuovere i pezzetti che si son rotti e magari con l occasione dell’”apertura” chirurgica viene dato un piccolo “tiraggio”, se si pensa serva, a legamenti e muscoli per assestare la rotula. Nel mio caso, il menisco si era praticamente tutto strappato e solo due piccole punte eran collegate, seppur sfilacciate, al centro del ginocchio. Il menisco interno, detto mediale, ha la forma di una mezza luna che abbraccia il ginocchio, come se voi poneste la vostra mano in posizione tale da sembrare una “C”: ecco il menisco interno é cosi’ collocato, come una “C” lateralmente, all interno del ginocchio ed il mio menisco restava connesso col centro del ginocchio solo per quel punto dove la “C” inizia e quell’altro dove la “C” finisce.
Fui visitata a Bruxelles in due tra gli Ospedali migliori e mi si informo’ che urgeva l’intervento, poiché la porzione già strappata era incastrata nell’articolazione e anche un semplice ulteriore movimento avrebbe causato lo strappo completo, ovvero i due pezzetti della “C” ancora connessi si sarebbero staccati per effetto meccanico e cio’ avrebbe implicato il dover inserire una protesi meniscale. Già perché senza i menischi (completamente senza, non eliminando piccole porzioni che si son staccate come avviene nelle chirurgie di routine), le ossa sfregano tra di loro, il movimento non puo’ realizzarsi nell’articolazione in modo indolore e fluido ed, infine, non riesci più a camminare. Decisi, non senza ambivalenze e per vari motivi, tra cui dei problemi con l’anestesia che mi proponevano, di non farmi operare.
Il medico lancio’ allora il suo anatema ” Lo sa che allora ci vedremo per la protesi a breve..”. Allora cercaii in Europa alcuni terapeuti che trattassero con il prana… ma sapete anche voi come é facile trovare ciarlatani o disonesti di vario genere e grado. Ne selezionaii due : uno era a Parigi e l’altro a Milano; io ero a Bruxelles a casa mia. Di uno avevo sentito parlare molto bene e mi fece un trattamento a distanza, lui a Parigi, io a Bruxelles che considerai notevole… poiché sono un tipo aperto a sperimentare nuove terapie, specie se naturali, ma son pur sempre molto pragmatica ed una cosa, un effetto, c’é o non c’é e li’ c’era, a differenza di altri che avevo contattato.
Il terapeuta, pero’ non mi convinse poiché eticamente non potevo accettare di pagare cifre esorbitanti per essere curata. Poi, con il mio ginocchio cosi’ dolente da non farmi dormire e gonfio di liquido tanto da avere un diametro di 18 cm, quando l’altro, aveva un diametro di 10 cm, poi, telefonai al terapeuta di Milano e questo uomo mi parve subito molto umile, gioioso e percepii la sua onesta intenzione umana di aiuto. In cambio, funzionale all estinzione del legame (che i fisici quantistici chiamerebbero “entanglement”), propose un gesto simbolico e mi disse “proviamo” e cominciammo coi trattamenti a distanza.
Dopo 3 mesi, ho ricominciato a correre, prima sulla sabbia, poi su terra battuta, ad andare in bici e, dopo 8 mesi, ero in grado di saltare, come facevo prima, da un albero verso terra, dall altezza di un metro, saltando a pie’ pari. Pratico yoga da tanti anni e giro la gamba e l articolazione come facevo prima. Il mio ginocchio non é mai stato operato, non ha visto alcuna protesi ed é guarito. Contestualmente sono diventata allieva del giovane uomo che mi ha aiutata e ho praticato il pranic energy healing per casi anche importanti (tipo la polmonite di mia madre ottantenne che i medici definiscono una guarigione miracolosa…ma preferiscono credere al miracolo che alle possibilità straordinarie di cura che l essere umano puo’ naturalmente evocare).
Nadia